Sentenza UE vieta i brevetti sulle staminali embrionali

In un verdetto emesso martedì scorso, la Corte di Giustizia europea si è pronunciata contro la possibilità di brevettare invenzioni che prevedano l’uso di linee cellulari embrionali umane.

In un verdetto emesso martedì scorso, la Corte di Giustizia europea si è pronunciata contro la possibilità di brevettare invenzioni che prevedano l’uso di linee cellulari embrionali umane.

La sentenza, che ha valore legale in tutti gli stati dell’Unione, è uno shock per molti scienziati europei impegnati nella ricerca sulle cellule staminali. L’esclusione dalla brevettabilità, infatti,  riguarda non soltanto le tecniche e le invenzioni che fanno uso di embrioni umani ma anche quelle che comportano l’uso  di linee staminali embrionali umane già esistenti, molte delle quali sono state ottenute ormai anni orsono.

Lo  scorso Aprile i coordinatori dei principali progetti europei di ricerca sulle staminali umane (adulte e embrionali) avevano espresso grande preoccupazione per la possibile decisione  in una lettera aperta pubblicata dalla rivista Nature.

“Le cellule embrionali umane sono cellule, non embrioni. Sono disponibili oggi  oltre 100 linee di cellule staminali embrionali umane [e per questo] i timori di una commercializzazione di embrioni umani è infondata,” si leggeva nella lettera degli scienziati.

Senza alcuna garanzia sulla proprietà intellettuale, sostengono i ricercatori,  è molto difficile che  le aziende biotecnologiche decideranno di investire nello sviluppo e nelle tecnologie necessarie per sperimentare e rendere disponibili nuove terapie basate sulle cellule staminali embrionali umane. e La possibilità di ottenere un brevetto, infatti,  non è solo un riconoscimento per l’inventore, ma una tappa fondamentale nello sviluppo di nuove terapie dal laboratorio al letto del paziente.

La decisione della Corte di Giustizia europea è l’ultima tappa di una disputa legale aperta da Greenpeace, che aveva fatto ricorso in Germania contro un brevetto accordato nel 1999 a Oliver Bruestle, un ricercatore dell’Università di Bonn, riguardante un metodo per produrre cellule nervose a partire da linee di staminali embrionali umane. Dopo anni di battaglie legali il caso è infine approdato alla Corte di Giustizia europea (leggi qui per una ricostruzione della vicenda in inglese). La Corte è stata chiamata a   interpretare una  Direttiva europea del 1998 sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, dove esiste  una norma che vieta “le utilizzazioni di embrioni umani a fini industriali o commerciali”, senza riferirsi esplicitamente alle linee cellulari.  La sentenza della Corte di Giustizia  equipara di fatto   le linee cellulari embrionali umane  agli embrioni, e ne impedisce  quindi la brevettabilità.

Le reazioni al verdetto

Olivier Brustle, parte in causa nella disputa,  ha criticato con forza la sentenza della Corte. “Con questa decisione sciagurata, vengono spazzati via i frutti di anni di ricerca traslazionale da parte degli scienziati europei  per essere regalati fuori dall’Europa”. Dello stesso avviso sono anche i ricercatori maggiormente impegnati nella ricerca sulle staminali umane, e non direttamente coinvolti nella controversia legale.

” E’ una decisione devastante che impedirà l’uso delle cellule staminali nella medicina “, dichiara  Peter Coffey, professore allo University College di Londra.

Ian Wilmut dell’Università di Edimburgo si dice amareggiato per la decisione. “[una volta completata la ricerca di laboratorio] è necessaria altra ricerca per  ottenere prodotti clinicamente sicuri ed efficaci, e questo  è un processo estremamente costoso. Le compagnie europee ora saranno poco disposte a investire [nello sviluppo di terapie] basate sulle cellule staminali embrionali, perché non potranno proteggere i loro prodotti. Questo significa che la ricerca portata avanti in Europa verrà invece sviluppata e utilizzata in altre parti del mondo”.

” Mi chiedo se gli  interessi dei pazienti siano stati presi in considerazione dalla Corte ” sostiene Elena Cattaneo dell’ Università di Milano. “E’ chiaro, prosegue Cattaneo, che abbiamo fatto un regalo inaspettato agli USA e all’Asia. Loro saranno in grado di brevettare, le compagnie investiranno laggiù e noi, in Europa, pagheremo per i farmaci che le loro scoperte eventualmente produrranno”.

Dopo la  sentenza si stima che siano a rischio di annullamento circa un centinaio  di brevetti finora concessi in Europa e  riguardanti linee di cellule embrionali umane.

 

Un articolo di Eurostemcell (in inglese) sull’argomento

Il testo della sentenza (in inglese)

 

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