L’occidente vive una crisi di principi e valori democratici, segnata da un crescente anti-intellettualismo. A essere sotto attacco è il sapere scientifico, a causa di una crescente sfiducia verso il metodo delle prove basate sui fatti, verso le istituzioni e gli scienziati che le rappresentano e verso molti temi di studio della scienza. Il rapporto tra scienza e società influenza le modalità e i contenuti delle decisioni pubbliche trasformando profondamente le s società in cui viviamo. Il convegno rappresenta un’occasione di riflessione per comprendere i meccanismi cognitivi alla base di questi fenomeni e per offrire strumenti utili a un rilancio della responsabilità e centralità dei saperi nell’arginare la deriva anti-intellettualista che stiamo attraversando.
Il convegno è promosso e organizzato da UniStem, Centro di ricerca sulle cellule staminali diretto da Elena Cattaneo, docente di Farmacologia e senatrice a vita, insieme a Marco Muzi Falconi, docente di Biologia molecolare in Statale, Maurizio Ferrera, docente di Scienza politica in Statale, e Andrea Grignolio, docente di Medical Humanities e Bioetica all’Università San Raffaele di Milano, con il contributo di Fondazione Roche.
Apertura del Rettore, Prof. Elio Franzini
SESSIONE I – Come il cervello influenza i nostri giudizi
1. Responsabilità e moralità nella comunicazione scientifica
Sergio Della Sala
School of Philosophy, Psychology and Language Sciences, University of Edinburgh
La disseminazione della scienza necessita di tre valori: il “valore dei fatti”, in quanto le prove a sostegno di un’affermazione contano più di chi la pronuncia; il “valore della trasparenza”, rispetto alle modalità con cui questi fatti vengono costruiti; il “valore della responsabilità”, che riguarda sia chi produce conoscenza scientifica e tecnica, sia chi la divulga.
2. L’effetto placebo
Fabrizio Benedetti
Dipartimento di Bioscienze, Università degli Studi di Torino – Medicine and Physiology of Hypoxia, Plateau Rosà
Cosa succede al cervello di un paziente a cui è stato detto che sta per ricevere una cura? La ricerca sta indagando i meccanismi psicologici e biologici dell’effetto placebo e comincia a comprendere come esso sia alla base di molte terapie, di per sé del tutto inefficaci ma che scatenano un potente effetto psicologico nel paziente. L’effetto placebo è il tipico esempio di come il nostro cervello possa essere ingannato.
3. Il cervello nei processi decisionali: neuromarketing e scienze sociali
Fabio Babiloni
Dipartimento di Medicina Molecolare, Sapienza Università di Roma – BrainSigns
I sistemi cerebrali collegati alle emozioni giocano un ruolo fondamentale, spesso inconscio, nelle decisioni che prendiamo ogni giorno. Ad esempio, non siamo sempre in grado di giustificare in modo razionale i nostri comportamenti di acquisto che spesso differiscono di molto dai nostri intenti iniziali. Questi processi sono oggetto di studio delle tecnologie di neuromarketing.
4. Sviluppare il pensiero critico
Paolo Legrenzi
Professore Emerito di Psicologia, Università Ca’ Foscari, Venezia
Il nostro cervello riflette modi di pensare che si sono formati nel passato, quando l’uomo era essenzialmente un cacciatore, le sue uniche preoccupazioni erano nutrirsi e sopravvivere e prendeva decisioni in maniera veloce e istintiva. La storia dell’uomo ci racconta che non siamo nati per ragionare in modo critico. La scienza ha il compito di affrontare i limiti di questa eredità e di applicare il principio di falsificazione.
SESSIONE II – La scienza sotto attacco
1. La parabola degli Ogm
Roberto Defez
Istituto di Bioscienze e Biorisorse, CNR, Napoli
La produzione agricola ha fatto passi da gigante nell’ultimo secolo riducendo di tre volte le persone affamate nel mondo. Il miglioramento genetico delle piante coltivate è tra i fattori che hanno contribuito a questo progresso. L’Italia ha giocato un ruolo di primo piano in varie fasi di questo sviluppo prima di cadere vittima di paure ingiustificate che hanno, di fatto, bloccato da 20 anni la ricerca pubblica sulle varietà vegetali geneticamente migliorate, settore in cui il nostro Paese era all’avanguardia.
2. Quando l’agricoltura cade vittima degli inganni della mente
Deborah Piovan
Imprenditore Agricolo – Confagricoltura
L’agricoltura è l’unica fonte di cibo sul pianeta e la sua storia è un’affascinante susseguirsi di continue innovazioni. Il nostro cibo non è mai stato così abbondante, economico e sicuro. Nonostante questo abbiamo i consumatori più spaventati di sempre. Quanto si allontana dalla realtà l’immaginario collettivo quando si parla di agricoltura? Anche in questo campo la mente può portarci a bloccare lo sviluppo di innovazioni utili alla sostenibilità.
3. La paura dei vaccini tra disinformazione e bias cognitivi
Andrea Grignolio
Università Vita-Salute S. Raffaele, Milano; Istituto di Tecnologie Biomediche – CNR
Le ricerche neuro-evolutive sulle cause e sulla diffusione dei movimenti antivaccinisti dicono che i dati non bastano a convincere gli scettici e che la parte di cittadinanza critica verso le vaccinazioni è costituita da persone istruite e benestanti, inclini alle teorie del complotto, resistenti al confronto, favorevoli alle medicine alternative, che su temi sanitari si informa su internet e che fa scelte cognitive con un sovraccarico informativo che porta a vedere in maniera distorta il bilanciamento rischi/benefici.
4. Difendere la democrazia dalla post-verità: sei diritti “aletici”
Maurizio Ferrera
Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche Università degli Studi di Milano
Il concetto di verità in democrazia svolge un ruolo politicamente cruciale. Il falso o il mezzo-vero fuorviante generano una guerra delle opinioni, e dunque trionfo dell’inganno e dell’errore. La strategia più promettente per difenderci è introdurre dei diritti “aletici” (legati alla verità, che i greci chiamavano aletheia) il cui obiettivo sarebbe tutelare il concetto stesso di verità e garantire che il dibattito e le scelte democratiche restino saldamente orientate a guardare “le cose come stanno”.
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5. Quando la scienza è oggetto del racconto giornalistico
Riccardo Iacona
Giornalista, autore e conduttore di Presadiretta (Rai3)
Il giornalista Rai, dal 2009 autore e conduttore di “Presadiretta” su Rai3, racconta come si bilanciano accuratezza scientifica e ricerca della notizia nella costruzione di questo programma di reportage e inchieste, che da anni affronta anche temi scientifici oggetto di dibattito pubblico – ad esempio, la truffa del cosiddetto “metodo Stamina” o le false credenze relative agli Ogm – e indaga il mondo della ricerca italiana, tra opportunità e sottofinanziamenti, e le ricadute per la società del rapporto tra Politica e Scienza.
SESSIONE III – La decisione pubblica
1. Il diritto delle corti, la scienza e la tecnica: una mappa
Amedeo Santosuosso
Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Pavia
Il rapporto tra diritto, scienza e tecnologia può essere molto proficuo, a patto che si riconoscano le reciproche complessità. Dire che il diritto debba “fare come la scienza” è la suggestione di quanti pensano che la scienza possa essere un repertorio di modi operativi e di strumenti teorici da recepire. La tesi di quanti invece sollecitano un allineamento tout court del diritto ai dettami della scienza finisce con l’attribuire a quest’ultima un valore normativo, confondendo la bontà del metodo scientifico con i suoi esiti specifici, elevati al rango di certezze traducibili in imperativi giuridici, mentre in realtà sono per definizione provvisori.
2. La scienza in tribunale. Dai vaccini agli Ogm, da Di Bella al terremoto dell’Aquila: una storia italiana di orrori legali e giudiziari
Luca Simonetti
Giurista, esperto di Biotecnologie
Di scienza in Italia si sa poco e si diffida. Così capita che discutiamo di Ogm, ma senza sapere cosa siano; ci preoccupiamo dei vaccini, ma senza sapere come funzionino. Cosa succede quando questi problemi sorgono nei tribunali e nel Parlamento? Le incomprensioni fra diritto e scienza sono numerose. Capire cosa è accaduto quando si sono presentate in passato (ad esempio, i casi Di Bella, Stamina, Ogm e Xylella), è un’occasione per riflettere seriamente su alcuni aspetti cruciali della nostra società.
3. Quando la pseudoscienza uccide i cittadini
Roberto Burioni
Università Vita-Salute S. Raffaele, Milano
La scienza non è democratica. La velocità della luce non si decide per alzata di mano, come ha detto Piero Angela, al quale tanto dobbiamo. Insieme a gente che insegna c’è gente che impara: gente che si rende conto di sapere di meno e con umiltà apprende da chi sa, e con il tempo, con il sacrificio e con l’applicazione, si migliora così tanto da diventare a propria volta insegnante.
4. The endless frontier? La scienza della vita tra Stato, incentivi di mercato e sostenibilità
Fabio Pammolli
Politecnico di Milano
Per decenni, la ricerca nelle scienze della vita ha sostenuto un avanzamento incessante della frontiera scientifica e tecnologica. Quali sono i tratti distintivi della divisione del lavoro innovativo tra istituzioni pubbliche e private e sulle relazioni tra innovazione e crescita? Su questo sfondo, come possono le scelte a cui è chiamato il decisore pubblico contemperare sostegno all’innovazione, accesso e sostenibilità?